Capitolo Settimo

Il 17 maggio 1954 la Corte Suprema degli Stati Uniti decreta l’abolizione della segregazione razziale nelle scuole pubbliche.

Questa epocale sentenza viene accolta dalle logge nate dallo scioglimento del Klan come una provocazione gravissima e pericolosissima. Costituisce infatti, ai loro occhi, una minaccia alla supremazia della razza bianca e un passo decisivo verso la parità razziale. Ora i nuovi nemici diventano i maestri e i presidi delle scuole che cercano di dare corso a questa nuova tendenza. In particolare sono il CORE (Congress on Racial Equality) e la NAACP (National Association for Advancement of Coloured People).
Stavolta il Klan, almeno ufficialmente, non rinasce. Però entra nella terza era: e lo fa alla grande. Rinasce nei Councils, organizzazioni perfettamente legali finanziati da uomini d’affari dell’alta borghesia soprattutto sudista. Il primo viene fondato in Indiana, ma in breve tempo il movimento diventa capillare.
Siccome gli “alti papaveri” hanno denaro a sufficienza per portare dalla loro parte membri retrivi del Congresso, nel sud continua la segregazione razziale, in barba alla sentenza della Corte Suprema. In Georgia, Alabama, Florida, Mississippi, i neri non possono accedere ai locali pubblici, nei bar, nei ristoranti, sugli autobus devono sedersi in posti dedicati, nelle scuole pubbliche non possono iscriversi. I lavori che vengono offerti alle persone di colore sono sempre i più umili, sottopagati, spesso umilianti: poco è cambiato dal secolo precedente, quando lavoravano nei campi di cotone.

Il Klan, dicevamo, non rinasce ufficialmente. O meglio, non rinasce un solo Klan. Ne sorgono parecchi. Il più noto è il White Citizens’ Council (Consiglio dei Cittadini Bianchi). Poi ci sono la National Association for the Advancement of White People (Associazione Nazionale per il Progresso dei Bianchi), la Southern Gentlemen (Gentiluomini del Sud), la White Crusade (Bianca Crociata).
Sono logge segrete e nel contempo note alla politica nazionale, quasi sempre finanziate da esponenti politici. Tra loro non si amano, anzi le scissioni sono all’ordine del giorno. Il Klan non c’è più: è costituito da un magma di logge deviate che spesso attuano i programmi più diversi. Ad esempio la confraternita chiamata Aryan Knights of the Ku Klux Klan, con a capo il texano Horace Sherman Miller, si richiama al nazismo e i suoi componenti predicano soprattutto contro gli odiati usurai ebrei.

Siamo arrivati nella nostra narrazione agli anni ’50 del XX secolo. E’già esploso il rock’n roll, gli Stati Uniti sono la nazione più influente, ricca e prospera del mondo. Il nemico è l’Unione Sovietica e imperversa la “caccia alle streghe”. Le minoranze nere si sono cementate sotto la guida di leader come Martin Luther King e pretendono l’uguaglianza. Non è passato neanche un secolo dalla Guerra di Secessione, ma sembra veramente trascorso un millennio.
Eppure i vari Councils del Klan riescono a rialzare la testa. Pian piano si organizzano e approfittano della loro frammentarietà per mantenere la segretezza e il mistero. Il numero degli adepti è ignoto, ma non è difficile supporli in almeno un milione. I cavalieri, però, rispetto ai loro predecessori del secolo precedente, sono in gran parte degli sbandati violenti che, se non fossero in gruppo, avrebbero paura della loro ombra. Lo dimostra un episodio vigliacco cui assiste il giornalista Stetson Kennedy, infiltratosi per qualche tempo in una loggia del Klan di Atlanta per raccogliere informazioni. In quest’occasione i Klansmen dimostrano di che pasta siano fatti.
Un nero, di professione tassista, viene rapito e portato in una strada deserta. I Klansmen lo circondano e cominciano a prenderlo a calci. Lui resiste e quando si rialza guarda fisso negli occhi i suoi aggressori con un orgoglio smisurato: “Se volete uccidermi fatelo subito”. Viene accontentato. Vigliaccamente uno dei Klansmen gli intima di scappare via veloce per avere salva la vita, ma poi subito dopo monta in macchina e lo investe senza pietà. Un assassinio codardo perpetrato da codardi.

Negli anni Sessanta le violenze proseguono, anzi si intensificano. Il 15 settembre 1963 è la “domenica nera” di Birmingham. In una chiesa battista, un edificio di mattoni e stucco giallo che ha ospitato molte riunioni di una associazione per la lotta contro la segregazione razziale, sono entrate alle 10 del mattino decine di bambine nere delle scuole elementari. Alle 10,22, mentre queste intonano un inno di pace, una tremenda esplosione squarcia la chiesa. Sotto le macerie rimangono i cadaveri di quattro bambine. L’America è scossa, ma la violenza del Klan non si placa.
Nel giugno del ’64 vengono ammazzati tre giovani attivisti dei diritti neri del Mississippi: Andrew Goodman, James Cheaney e Michael Schwerner.

Il 21 febbraio del ’65, l’episodio più clamoroso. Viene ucciso Malcolm X, il leader più carismatico della cultura nera. Alla fine di marzo Martin Luther King guida una processione pacifica contro la segregazione razziale dalla cittadina di Selma, in Alabama, fino alla capitale dello stato, Montgomery. La marcia si snoda per sei giorni lungo città e villaggi dove l’odio razziale serpeggia tra la popolazione bianca. I dimostranti sono scortati dalla Guardia Nazionale e da agenti dell’FBI, ma vengono comunque coperti di fischi ed insulti. A questa lunga marcia partecipano anche Joan Baez, Harry Belafonte, Shelley Winters e Sammy Davis junior. E’un successo nazionale perché la questione razzista nel sud viene finalmente presentata nei telegiornali di tutti gli Stati Uniti.
Questo successo, il Klan non lo può perdonare. La vendetta arriva il 25 marzo. E’sera e la maestra italo-americana Viola Liuzzo sta tornando a casa in auto, accompagnata da un ragazzo nero di 18 anni. Tre Klansmen li seguono, bloccano la macchina e la uccidono a colpi di fucile. Il delitto suscita un’onda emozionale in tutto il Paese. Il presidente Johnson telefona personalmente al marito della vittima promettendogli che l’assassinio non rimarrà impunito.
In effetti poche ore dopo degli agenti dell’FBI arrestano i tre vigliacchi: Collie Leroy Wilkins, Eugene Thomas e William Orvill. S’istruisce il processo e le prove sono schiaccianti. Però, nonostante ciò, la giuria in primo grado non arriva a trovare un accordo sul verdetto. I tre, così, escono di galera e continuano con le loro violenze razziali, impuniti.
Il processo di appello è ancora più caotico. Per diversi giorni non si riesce neanche a mettere insieme una giuria. Tutti, e sottolineiamo tutti, i giurati dichiarano, durante l’esame preliminare, di ritenere “i negri esseri inferiori”. Le pene comminate saranno ridicole.

Le mie pubblicazioni

A vostra disposizione le mie pubblicazioni, buona lettura!

La guerra delle razze

Capitoli

Capitolo Primo

Nel profondo sud degli Stati Uniti è una afosa sera d’estate. Bellissima, come solo quelle vaporose sere sanno essere nel Tennesse, tra le dolci colline animate da un gracchiante concerto di rane e coccolato dal cristallino bisbiglio di un torrentello. Leggi tutto »


Capitolo Secondo

In quell’estate del 1866 i giovani Stati Uniti d’America vivono la loro “terza era”. La prima era ha avuto inizio nel 1776 con la vittoria della Guerra d’Indipendenza contro la madrepatria inglese. Leggi tutto »


Capitolo Terzo

“Devo dire che non sono, e non sono mai stato, favorevole a promuovere in alcun modo l’uguaglianza sociale e politica tra la razza bianca e quella nera: devo aggiungere che non sono, e non sono mai stato, favorevole a concedere il voto ai neri o a fare di loro dei giurati, né ad abilitarli a ricopri Leggi tutto »


Capitolo Quarto

La grande convention del Klan è un successo nazionale. Ne parlano quasi tutti i giornali del sud, ma anche moltissimi del nord le dedicano più di un trafiletto. Leggi tutto »


Capitolo Quinto

La fine dell’Ottocento porta con sé una valanga di contraddizioni all’interno degli Stati Uniti. Leggi tutto »


Capitolo Sesto

Il giovane che guida quel gruppo di neofiti del Ku Klux Klan quell’ultimo giovedì di novembre del 1915 è William Joseph Simmons. Leggi tutto »


Capitolo Settimo

Il 17 maggio 1954 la Corte Suprema degli Stati Uniti decreta l’abolizione della segregazione razziale nelle scuole pubbliche. Leggi tutto »


Capitolo Ottavo

Il Ku Klux Klan sopravvive ancora oggi, nelle frange più deviate e retrive dell’America. Soprattutto nel sud, anche se il fenomeno si è imbastardito di nazismo. Leggi tutto »


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