Dolce stella, che rifulgendo sul paesaggio notturno
voli attraverso soffici nuvole di argentea radianza,
piccolo lustrino di luce sul cupo manto della sera,
che sopra quel lago immoto avvolge il chiarore del giorno,
rischiarando l’ora dell’amore più sacro; ancor più dolce
dei pallidi fuochi della morente stella del mattino: -
mia dolce stella! Quando la Natura affaticata si addormenta,
e tutto diviene silente, - tutto, eccetto la voce dell’Amore,
i cui intervallati mormorii nutrono la salubre folata
del soave Favonio, che di tanto in tanto
sospira nell’orecchio della quiete, non sei tu che
culli gli schiavi dell’interesse per cercare di farli riposare
con il tuo mite e pietoso sguardo? Oh, io vorrei guardare
nel tuo dolce sorriso affinchè ogni fibra della mia coscienza
si innamori.