Parlano di piacere che dura poco – è così-
ma anche il dolore muore presto: il rigido, inflessibile, dolore
si estingue, e lascia finalmente libero il suo sfinito prigioniero.
Le più feroci agonie governano i regni più effimeri;
e dopo sogni d’orrore, ritorna ancora
il benvenuto mattino con i suoi raggi di pace.
L’oblio soavemente soffia via le impurità,
fa cessare gli spasmi più forti della vergogna:
il rimorso è la radice della virtù; i suoi figli più belli
sono i frutti dell’innocenza e della beatitudine:
perciò la gioia, sopraffatta e trattenuta, finalmente libererà
le sue giovani membra dalle catene.
Non piangete, dunque, perché il mondo cambia – piangete, invece,
quando nulla cambierà più.