O Usignolo! Tu sei certamente
una creatura dal “cuore impetuoso”:
le tue melodie – mi stimolano sempre di più;
che armonia tumultuosa e violenta tu esprimi!
Canti come se il Dio del vino
ti avesse aiutato in amore;
è la tua una canzone dileggiante e disprezzante
le ombre, le rugiade, la notte silente;
e la continua estasi, e tutti gli amanti
che ora dormono nei loro boschetti tranquilli.
Ho udito una colomba cantare ed esprimere
la sua semplice musica, proprio oggi;
la sua voce era sepolta tra gli alberi,
pur tuttavia la brezza me l’aveva portata:
e l’usignolo continuava; tubava e tubava ancora;
ed alquanto meditabondo amoreggiava:
cantava dell’amore, con toni sempre diversi,
prima lenti, e interminabili;
cantava della seriosa fede, e poi dell’allegria;
ecco quella era la canzone per me!