Mite figlia di un oscuro e cupo padre!
La cui modesta forma, così delicatamente bella,
è stata allevata fra vorticose tempeste
e cullata nei venti.
Tu che per prima hai avversato il dominio dell’inverno,
e sfidato quel robusto prepotente,
tu, che egli gettò esanime sulle sponde del fiume
per segnare la sua vittoria.
In questa valle, promessa dell’anno,
serenamente apri alla brezza pungente,
sola e negletta,
la tua delicata eleganza.
Così fiorisce la virtù, portata in grembo in mezzo alle bufere,
in mezzo alle sventure, solitaria nel suo cammino
della vita ella solleva la testa,
oscura e inosservata.
Mentre ogni terribile raffica
castiga l’immacolata purezza del suo petto,
e la tempra a sopportare
serenamente le disgrazie dell’esistenza.