È mezzanotte. Sul globo terrestre giace un torpore di morte,
e tutto è silenzio – nell’ora del sonno;
eccetto quando la cupa raffica di vento, che a folate aumenta d’intensita’,
ruggisce profondamente e paurosamente nella foresta oscura.
Mi sveglio da solo per ascoltare e per piangere,
per guardarti, mia candela, per guardare il tuo pallido faro in fiamme;
e, dal momento che la mia memoria rimane vigile,
per pensare ai giorni che non ritorneranno più.
Accanto al tuo debole raggio sollevo la mia languida testa,
il mio sguardo sopravvive al buio della solitudine;
e la lacrima piena di tristi intenzioni, ma non mischiate alle paure,
ti dice di illuminarmi verso la tomba silente.
Proprio come te sto decadendo; - il mio ultimo barlume di vita, come il tuo,
si dissolverà in malinconia, non compianto da nessuno.