Volume 3 - L'anarchia feudale

Per la prima volta dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, in Europa si stava affacciando una nuova realtà politica: lo stato carolingio, cioè quello dei Franchi.
Con la progressiva decadenza romana, infatti, i discendenti di Childerico e Clodoveo presero il sopravvento accaparrandosi i territori della Gallia e una parte della Germania riuscendo a creare una specie di stato nazionale. Non furono gli unici: in Italia c’erano riusciti gli Ostrogoti di Teodorico e poi i Longobardi, mentre in Spagna si erano succeduti i Visigoti e poi gli Arabi. Però quei Franchi avevano alcuni grossi vantaggi, che abbiamo accennato nel volume precedente e che vale la pena ricordare. Primo: i loro progenitori avevano servito sotto le bandiere dell’Impero Romano, quindi si erano “civilizzati”. Secondo: ereditavano un territorio, la Gallia, ricchissimo e con una grande tradizione commerciale. Terzo: quel territorio non aveva subìto particolari invasioni come invece era accaduto per l’Italia. Quarto: l’organizzazione cristiana era capillare, con vescovi ed ecclesiastici in tutte le città e cittadine, il che significava mantenere un certo grado di civilizzazione. Quinto: i Franchi divennero quasi subito cristiani romani, quindi inquadrati nell’establishment ecclesiastico, mentre i Longobardi rimasero per molto tempo ariani.
Tutti questi vantaggi gettarono le basi del nuovo regno franco, che nell’anno 773 era saldamente nelle mani di Carlomagno. Prima di procedere con il nostro racconto, partendo proprio da questo illustre personaggio, è però necessario ricapitolare brevemente cos’era successo in precedenza, esattamente dal 476 dopo Cristo.
In realtà, dal punto di vista dei protagonisti della Storia, in quel 476 non successe niente di che. L’ennesimo comandante barbaro, Odoacre, aveva conquistato il trono imperiale d’Occidente. E fin qui nulla di nuovo. Odoacre però fece qualcosa di diversissimo dai suoi predecessori: inviò le insegne imperiali a Costantinopoli, dove Zenone le accettò di buon grado. Con quel gesto esplicito mostrava chiaramente che il titolo di imperatore, per lui, non contava più nulla. Visto con gli occhi di noi moderni era un gesto di valenza epocale. Però nessuno in quel momento lo ritenne tale. Sembrava, appunto, l’ennesimo cambio di guardia in un Impero d’Occidente ormai abituato ai rivolgimenti politici.
Odoacre mantenne il potere grazie all’organizzazione romana ed amministratori romani, come Cassiodoro, Basilio e Liberio, che cercarono di mandare avanti la “macchina burocratica”. D’altra parte il popolo chiedeva pace, e in quel periodo la ottenne. Purtroppo questa durò ben poco: nel 484 Teodorico, re degli Ostrogoti, era riuscito a compattare il suo popolo arrivando a minacciare addirittura Costantinopoli. Zenone, considerato che il suo esercito era già stato sconfitto da quello ostrogoto e che i Persiani premevano ad Oriente, promise a Teodorico la corona d’Italia, una terra fertile e gloriosa. Quello, naturalmente, accettò, anche perché non sarebbe mai riuscito a conquistare la capitale bizantina.
Nel 488 gli Ostrogoti mossero verso la nostra penisola e dopo una guerra durata cinque anni Odoacre venne sconfitto ed ucciso. Teodorico cinse quindi la corona italiana. A questo punto venne a galla l’equivoco: regnava come sovrano indipendente o per conto di Costantinopoli? Ebbene, nessuno risolse mai questo enigma; e, a dire il vero, non importò proprio a nessuno finchè Teodorico fu in vita, cioè fino al 526. L’Italia era in pace dopo quasi un secolo di invasioni e guerre, e questo bastava.
Dopo la morte del grande re ci fu una lotta per la successione che dilaniò gli Ostrogoti e consentì al nuovo, ambiziosissimo, imperatore Giustiniano di riconquistare la penisola grazie ai suoi due generalissimi, Belisario e Narsete. La dominazione bizantina tuttavia durò poco e venne mal digerita dalla popolazione italica, utilizzata praticamente solo come fonte di gettito fiscale. Per questo motivo quando i Longobardi passarono le Alpi Giulie conquistando Cividale e dilagando nel Veneto non trovarono uno straccio di resistenza. Le guarnigioni bizantine si rinchiusero in poche città mantenendo come presidi Ravenna, il sud Italia e alcuni avamposti sull’Adriatico, rinunciando a combattere. L’imperatore bizantino succeduto al grande Giustiniano, Giustino, non fece assolutamente nulla.
La marea longobarda, comandata da Alboino, si stabilì in Italia senza avere alcuna idea di cosa stesse facendo. A differenza degli Ostrogoti, i Longobardi non avevano mai militato sotto le insegne romane ed erano sempre stati ai margini dell’impero. Probabilmente nessuno, all’epoca, avrebbe scommesso su un regno duraturo.
E invece tutti si sbagliarono perché questo regno durò per due secoli. Addirittura, gli ultimi sovrani longobardi, in primis Liutprando, stavano creando una larva di stato nazionale. Forse ci sarebbero anche riusciti nell’arco di pochi decenni se ad impedirglielo non ci fosse stato un altro centro di potere, non militarizzato ma decisamente più potente: il Papato. Il quale non voleva assolutamente un’Italia unita sotto la corona di quei barbari mezzi ariani, e così Adriano, il papa in carica, chiamò in aiuto i Franchi, che già da parecchio tempo avevano messo gli occhi sull’Italia.
Teoricamente i due eserciti, quello franco e quello longobardo, si equivalevano in termini di uomini: però i Franchi avevano il grosso vantaggio di essere uniti, mentre i Longobardi non erano mai riusciti a formare uno stato nazionale, erano sempre rimasti divisi in molti ducati, quasi totalmente indipendenti dal potere del sovrano e gelosissimi della loro autonomia. L’ultimo re, Desiderio, si battè inutilmente contro la marea franca che superò le Alpi comandata da Carlomagno. La vittoria arrise a quest’ultimo che ora, nel 773, ci aspetta per ricominciare a raccontare la Storia da dove l’abbiamo lasciata.

Capitoli

Capitolo Primo - Carlomagno e il suo Sacro Romano Impero

La decisione di Carlomagno di accettare le richieste del papa e di invadere l’Italia era stata osteggiata dalla madre Bertrada e da molti dei suoi consiglieri, che ritenevano difficile l’impresa. Leggi tutto »


Capitolo Secondo - La decadenza dei Carolingi

Il 6 febbraio dell’806 Carlomagno convocò a Diedenhofen una assemblea plenaria di nobili e di ecclesiastici per spartire il grande impero tra i propri figli. Leggi tutto »


Capitolo Terzo - I Vichinghi

Nell’808 Carlomagno si trovò ad affrontare una minaccia apparentemente facile da affrontare. Leggi tutto »


Capitolo Quarto - L'anarchia feudale in Italia

Dopo la morte dell’ultimo discendente di Carlomagno, nel Sacro Romano Impero si scatenò la corsa al trono. Leggi tutto »


Capitolo Quinto - Gli intrighi romani

Rodolfo di Borgogna, e ora re d’Italia, si poteva finalmente godere la grande vittoria su Berengario. Ma perché quel sovrano era riuscito ad ottenere l’appoggio della nobiltà del nord della penisola? Leggi tutto »


Capitolo Sesto - L'ascesa della Germania

Il 10 agosto del 955 a Lechfeld, in Baviera, i duchi tedeschi guidati da Ottone si presentarono davanti all’accampamento degli Ungari con la ferma volontà di scacciarli definitivamente dalla Germania. Leggi tutto »


Capitolo Settimo - L'Italia ottoniana

Ottone II non aveva preso nulla del carisma di suo padre, ma poteva contare su una madre, Adelaide, e su una moglie, Teofane, che al contrario di lui si dimostrarono forti e risolute. Leggi tutto »


Capitolo Ottavo - Il feudalesimo

La morte di Ottone III nel 1002 chiudeva un’epoca. L’imperatore era morto senza eredi, dunque la parte del Sacro Romano Impero più importante (sia militarmente che politicamente) rimaneva con il trono vacante, in preda all’anarchia feudale. Leggi tutto »


Capitolo Nono - L'Impero d'Oriente

Dal Natale dell’800, data dell’incoronazione di Carlomagno, al tramonto dell’ultimo giorno dell’anno 999, data in cui doveva finire il mondo, l’Occidente aveva cambiato faccia. Leggi tutto »


Capitolo Decimo - Gli altri regni dell'Alto Medioevo

Il periodo storico che abbiamo esaminato (dall’800 sino all’Anno Mille) ha visto come realtà trainante dell’Europa occidentale il Sacro Romano Impero. Leggi tutto »


Le mie pubblicazioni

A vostra disposizione le mie pubblicazioni, buona lettura!

La guerra delle razze

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