Volume 4 - L'età dei Comuni

Nel terzo volume della nostra Storia d’Italia ci siamo lasciati con la solita bagarre che, da sempre, fa seguito alla fine di una dinastia importante: in questo caso gli Ottoni.
Erano stati loro a dare il via alla potenza tedesca, di fatto unificando sotto il controllo centrale tutta la miriade di popoli germanici e attirando nella loro sfera di influenza anche i piccoli potentati limitrofi. Alla fine del X secolo, dunque, c’erano tutte le premesse per la prosecuzione di questa eredità. Si trattava solo di conoscere il nome dell’erede al trono.
Per sceglierlo non bisognava andare lontano. Ormai più che un Sacro Romano Impero era diventato un Impero Tedesco. La Francia stava prendendo un’altra strada, quella che la porterà ad unificarsi in nazione. Dunque l’imperatore, signore supremo dell’Occidente cristiano, aveva solamente un solo concorrente: la Chiesa, cioè il papa. Il quale, naturalmente, non andava al potere per successione, ma per elezione. Dunque poteva anche darsi che un pontefice risultasse più debole, o più malleabile, rispetto ad un altro. Il nome del capo della Chiesa di Roma, in effetti, contava poco. Contava, e molto, quanto la Chiesa stava entrando nel mondo occidentale. Ogni città ne contava a decine, spesso bellissime. Ogni piccolo paesino di campagna ne possedeva una, ed era il centro vitale della comunità: tutti, contadini e nobili, concorrevano materialmente o economicamente per costruirla e per abbellirla. Grazie alla Chiesa si sviluppò il primo, vero, stile architettonico dell’Occidente cristiano, cioè il Romanico: il quale naturalmente fu uno stile austero, solenne, rigidissimo nelle sue proporzioni. Sino a quel momento i popoli barbarici che si erano susseguiti non avevano lasciato praticamente nulla (anzi, avevano distrutto quello che i Romani avevano costruito): i pochi edifici nuovi voluti nel periodo carolingio furono di ispirazione bizantina. Era inevitabile che la rinascita dell’Occidente prendesse spunto dai canoni romani, da qui il termine Romanico. Ed era altrettanto inevitabile che a dare il via fossero gli edifici ecclesiastici: chiese, battisteri, canoniche.
Come possiamo facilmente intuire due poteri contrapposti generano sempre un conflitto. Ebbene, questo conflitto prese il nome di “lotta per le investiture”. Durerà parecchi secoli e determinerà anche gravissime spaccature all’interno della Chiesa, sanguinose Crociate contro popoli non cristiani, guerre civili e massacri inutili. Però porterà anche all’apertura di nuove rotte commerciali (grazie alle Crociate), alla riscoperta della cultura, alla creazione di una nuova consapevolezza nell’uomo medievale.
Questo volume si occuperà, giocoforza, principalmente di queste lotte. E siccome dobbiamo periodare, lo faremo sino alla data canonica del 1200, cioè fino a quando uno “stupor mundi” porterà ad un altro livello il conflitto tra Impero e Chiesa.
Non sarà un viaggio di piacere, soprattutto per il nostro Paese. Con i primi secoli del nuovo millennio vedranno la luce, in Europa occidentale, gli embrioni di quelle potenze internazionali che domineranno il mondo nell’Età Moderna dal 1500 alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Stiamo parlando, in rigoroso ordine cronologico, della Spagna, della Francia e dell’Inghilterra. Al contrario, è proprio tra l’Anno Mille e il 1200 che l’Italia dirà definitivamente addio alla sua unità nazionale. E’un dato di fatto su cui ormai tutti gli storici, italiani e stranieri, concordano.
Però c’è sempre il rovescio della medaglia. In questo volume vedremo la nascita dei Comuni e delle Repubbliche marinare, le istituzioni che porteranno nei secoli successivi alla nascita delle Signorie e degli staterelli nazionali. Sarà in queste città italiane che risorgerà davvero la cultura occidentale, con l’Umanesimo prima e con il Rinascimento poi. L’Italia sarà davvero l’epicentro culturale, filosofico e spirituale del mondo. Venezia e Genova creeranno dei grandi imperi commerciali destinati a durare nei secoli, Roma diventerà ancora “Caput Mundi”, Firenze esprimerà la dinastia Medici che darà il via all’Umanesimo, il Sud si arricchirà del meglio degli Arabi, dei Normanni, dei Bizantini, degli Spagnoli e dei Francesi. In una parola, sta per nascere l’Italia rinascimentale. Quella più bella della nostra storia, piena di artisti, poeti, filosofi, architetti, scultori, uomini di cultura.
Non diventeremo uno stato nazionale, ma almeno diventeremo una penisola di tanti “stupor mundi”. Facciamocelo bastare.


Capitoli

Capitolo Primo - Mille e non più Mille

Il 31 dicembre del 999 cadeva di martedì, dunque non era neppure un giorno di festa comandata. La solennità di questa data si capisce: chiudeva ufficialmente il millennio, il primo dell’era cristiana. Leggi tutto »


Capitolo Secondo - La riforma di Cluny

Ottone III morì senza figli, dunque la successione ereditaria in linea diretta non era possibile. Si scatenò quindi una lotta alla successione dalla quale uscì vincitore un duca di Baviera, che prese il nome di Enrico II e che era imparentato alla lontana con la famiglia degli Ottoni. Leggi tutto »


Capitolo Terzo - L'inizio della lotta per le investiture

I tempi per un conflitto erano più che mai maturi. La dinastia ottoniana aveva nominato e creato i vescovi a proprio piacimento, e questo le aveva giovato in termini di prestigio e pacificazione territoriale. Leggi tutto »


Capitolo Quarto - La prima Crociata

Gregorio VII era riuscito in quasi tutti i suoi piani: togliere potere all’imperatore, creare una fitta rete ben organizzata di ecclesiastici che facevano solo l’interesse della Chiesa Romana, sfidare e mettere sotto scacco il patriarca di Costantinopoli. Leggi tutto »


Capitolo Quinto - Il Concordato di Worms

La Crociata aveva rappresentato una grandissima vittoria per la Chiesa Romana, ma anche per la nobiltà francese, la vera protagonista della conquista di Gerusalemme. Leggi tutto »


Capitolo Sesto - Il Barbarossa e l'ascesa dei Comuni

L’imperatore moriva senza eredi ma con un successore designato: Federico, della famiglia degli Hohenstaufen. Non era un candidato forte: detto il “Guercio” per ovvie ragioni di menomazione fisica, era più un costruttore di castelli che un soldato. Leggi tutto »


Capitolo Settimo - La terza e la quarta Crociata

Al momento della scomparsa del Barbarossa l’armata tedesca si dissolse presso Antiochia: una piccola parte di essa rimase però in Terrasanta, al comando di Guido di Lusignano, che continuava l’assedio ad Acri. Leggi tutto »


Capitolo Ottavo - Le Repubbliche Marinare

Il periodo delle Crociate aveva portato alla cristianità una nuova consapevolezza: poter attaccare e sconfiggere i Musulmani. La riforma cluniacense condusse ad una moralizzazione della Chiesa Romana e ad una supremazia sostanziale sull’Impero. Leggi tutto »


Capitolo Nono - Il Comune

L’altro protagonista della rinascita italiana fu il Comune, l’erede dell’antica civitas romana, spazzata via dalle invasioni barbariche fin dal V secolo d.C. Leggi tutto »


Capitolo Decimo - Le Università

I secoli bui avevano lasciato nelle tenebre più assolute la stragrande maggioranza della popolazione. Solamente nei monasteri gli amanuensi, chini sulle loro scrivanie rose dai tarli e poveramente intarsiate, tramandavano il sapere alle generazioni future. Leggi tutto »


Capitolo Undicesimo - La nascita della lingua italiana

La rinascita della cultura nelle Università riportava la luce nella cultura occidentale. Però in quegli ambienti si usava solamente il latino, una lingua che non si era più evoluta dalla fine dell’Impero d’Occidente. Leggi tutto »


Capitolo Dodicesimo - La vita medievale

Dopo l’Anno Mille assistiamo alla rinascita delle città, che in Italia diventano Comuni oppure Repubbliche Marinare. Però il protagonista assoluto del paesaggio è ancora lui: il castello. Leggi tutto »


Capitolo Tredicesimo - La rivoluzione nell'agricoltura

Dopo l’Anno Mille si assistette ad un progressivo ripopolamento delle città, che tornarono ad essere il fulcro della vita sociale. Leggi tutto »


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