La Canzone del Mulino

La Canzone del Mulino

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Le stelle corrono a perdifiato nel cielo,
con loro anche la terra si muove,
e noi possiamo sentire il frastuono della macina
che gira senza sosta.
Continuate, baldi giovani,
continuate a girare quell'asse;
perché quei cerchi non dovrebbero roteare,
simili ai pianeti nel cielo?

Sveglia, sveglia, uomo dalle gambe a papera,
muovi quei solidi paletti
svegliatevi, svegliatevi, miei goffi amici,
muovete le vostre gambe da ragno;
sebbene voi siate del tutto incapaci in questo mestiere,
c'è sempre tempo per imparare,-
fai pressione sulla leva, ragazzo mio,
falle fare un altro giro.

Hanno costruito un nobile muro solo per noi,
per tenere lontano i curiosi;
non abbiamo nulla da fare nel mondo
se non lavorare;
e allora più veloci, mezzi uomini,
non battete la fiacca,-
sarebbe più piacevole andarsene a zonzo
insieme a tutti gli amici.

Tu, segui le orme dell'uomo dai lunghi piedi,
che non è per niente pigro, -
pungola le costole del piccoletto,
dai un pizzicotto all'orecchio di quello zotico, -
Li ha persi tutt'e due, - non tirare i capelli,
non fargli un graffio,
ma colpiscilo in pieno occhio,
dove non c'è la benda.

Ascoltate! Amici, la campana della cena,
è arrivata la nostra ora;
è un così bel momento, - supponete di prenderci
due ore di pausa!
Se mi faranno arrabbiare,
quando avrò più autorità,
sarò ancora più duro, perchè credo di avere
in pugno questo mulino!

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