L'epitaffio di un bardo

L'epitaffio di un bardo

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C’è uno sciocco ispirato da una fantasia,
troppo indaffarato, troppo impulsivo,
troppo modesto, troppo orgoglioso,
lasciate che si avvicini;
lasciate che canti su questo prato,
e che ci faccia piangere.

E’ un bardo della poesia campestre,
che cerca di ingentilire le folle,
che in quest’area si affollano settimanalmente:
vi prego, non lo evitate!
Donategli una sensazione di amicizia fraterna,
lasciate un singhiozzo.

E’un uomo che ha fatto un giuramento,
gli altri possono insegnare la vita,
ma lui continua, nella sua corsa,
selvaggia come le onde del mare;
si ferma per un attimo – lascia cadere una lacrima,
su questa tomba.

I poveri abitanti
furono veloci ad imparare e saggi a conoscerlo,
sentirono che la loro amicizia cresceva,
fiamma soave,
ma degli uomini stupidi lo calpestarono,
e macchiarono il suo nome!

Lettore, aspetta – aspetta che la tua anima
si libri in volo oltre ai tuoi sogni,
o rovisti nei buchi più oscuri della terra,
lascia che cerchi nei luoghi più infimi;
sappi che la prudenza e la cautela
sono le radici della saggezza.

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