La betulla

La betulla

Scorre la luce del sole attraverso i tuoi rami che si muovono,
in mezzo alle tue foglie in eterno palpitanti;
Ovidio ha imprigionato dentro te una Ninfa piangente,
anima d’un antico tremulo fiume interno,
che guizzante narra le sue sventure, che rimangono inascoltate.

Mentre tutta la foresta, incantata dall’assonnata luce della luna,
oscilla le sue foglie nel felice silenzio,
in attesa della rugiada, sospesa tra respiro e ansia, -
ascolto da lontano le tue sussurranti e fioche foglie,
e seguo le tue tracce nell’oblio.

Sulle sponde di un laghetto addormentato in mezzo alla foresta,
il tuo fogliame, come le ciocche d’una Driade,
gocciola intorno al tuo bianco e magro fusto, la cui ombra
degrada tremante lungo le oscure e quiete acque,
mentre tu fuggi verso la fonte come una Driade spaventata.

Tu sei l’intermediaria degli amanti di campagna;
la tua candida corteccia trattiene in sé i suoi segreti;
Reuben scrive qui il propizio nome della Pazienza,
ed i tuoi rami flessuosi mormorano e piangono
sopra di lei, che sugge il mistero dalla tua scorza.

Tu sei per me come la mia fanciulla adorata,
così schiettamente ritrosa, piena di tremanti confidenze;
a fatica riesci a fare ombra, le tue foglie scalpiccianti
cospargono sui miei sensi il bagliore del sole che hanno raccolto,
e la Natura mi dona tutte le sue estive intimità.

Sia che il tuo cuore tremi per la speranza o per il dolore,
tu per sempre rimani in armonia; selvaggio ed inquieto
io giaccio sotto di te; il tuo dondolio, come un fiume,
scorre verso valle, dove si estende il regno della pace, e dove
il mio cuore galleggia nella terra della tranquillità.

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