Era un pomeriggio lucente e allegro,
era la fine dell’assolato mese di Giugno,
quando il vento del nord raccoglie in moltitudini
le fluttuanti montagne di nuvole d’argento
dall’orizzonte – ed il cielo immacolato
si apre davanti a loro come un’eternità.
Tutte le cose gioivano sotto al sole; le piante,
il fiume, i campi di grano, i canneti,
le foglie del salice che brillavano nella brezza leggera,
e l’immoto fogliame degli alberi più grandi.
Era un inverno così rigido che gli uccelli morivano
nelle cupe foreste; e i pesci giacevano
rigidi nel ghiaccio trasparente, che rende
perfino il fango e la melma dei laghi più caldi
un grinzoso blocco d’argilla duro come un mattone;
tra i loro bambini, uomini sereni
si riuniscono intorno al fuoco e senton ancora freddo:
mi dispero, ahimè, per quel vecchio accattone!