Ah! Quant’è immoto questo felice luogo,
dove dormono immense folle di memorie sepolte;
quanto tranquillamente sogna la Natura,
che finalmente si gode un sonno non disturbato da pensieri.
Il libro della vita qui si chiuse – le sue pagine si perdono
con tutte le sue ansie, e tutte le sue indaffarate pretese,
i poveri sono liberati dalla loro memoria,
mentre i ricchi non lasciano altro che i loro nomi.
Qui riposa lo stanco, anch’egli libero dalle sue fatiche;
laggiù giace l’inquieto, prosciolto dalle preoccupazioni;
coloro che nel subbuglio delle discordie della vita
cercavano la pace, solo qui riuscirono a trovarla.
Nessuno impauriva il suo sprezzante cipiglio:
ecco che ora il padrone dorme insieme al suo schiavo;
noncuranti di tutti i loro titoli,
qui riposano l’onorato ed il coraggioso.
In quel luogo invece giacciono il misero e l’ereditiero,
ed entrambi non si curano di chi raccoglierà la loro ricchezza;
perfino l’amore trova la medicina per i cuori spezzati,
e nessuno si gode un sonno più rumoroso di loro.
La bella ragazza, lontana dai capricci della follia,
tranquilla come il suo vicino di sepolcro,
non si dà più pena per il rossore delle proprie guance,
perché nei suoi sogni non trova alcuna rivale.
E allo stesso modo i gioiosi e i litigiosi,
si scordano tutti i loro affari passati.
Sono stati cancellati dalla lista della vita,
ed ora possono assentarsi dalle ansie più moleste.
Dolori, gioie, speranze, paure, e tutta la ciurma
che infesta la mente del vivente,
cessarono, e non lo seguirono più,
lasciandosi alle spalle una lacuna indolore.
Il fuoco fatuo della vita si è spento,
non condurrà più le speranze fuori strada;
il bicchiere avvelenato di preoccupazioni è finalmente vuoto,
e tutte le sue pazzie sono solo tetri ricordi.
Il debito è stato saldato, il conto pagato,
il libro contabile è chiuso, l’affare concluso;
l’ultima richiesta è stata soddisfatta,
e finalmente l’eterna pace celeste è stata ottenuta.