Estinti per sempre sono gli antichi e gloriosi Greci,
gloriosi nell’aspetto e nella mente;
le loro ossa sono mescolate con la terra,
la loro polvere è nel vento;
solo le forme che intagliavano dalla pietra viva
sopravvivono agli sfregi del tempo,
e, sparse insieme alle loro ceneri, mostrano
quale grandiosità morì molto tempo fa.
Tuttavia i mirti sono ancora freschi – e le sorgenti
sgorgano lucenti come un tempo;
dalla polvere dei re germogliano i fiori,
numerosi come allora.
La natura consuma tutto ciò ch’è nobile,
tutto ciò ch’è passato, tutto ciò ch’è umano;
e cerca di imitare ancora la marziale forma
di quell’esercito coraggioso di Platea.
Ragazzo! Ti è stato insegnato di dirigere i tuoi sguardi prima
verso i cieli della tua Ellade;
i suoi profumi hanno colorato la tua guancia bruna,
la sua alba ha acceso i tuoi occhi;
le tue orecchie hanno sorseggiato le melodie silvestri
ascoltate dagl’antichi poeti, e le tue vene
sono gonfie del sangue dei semidei
che dormono nel suolo della tua nazione.
Ora la tua patria è stata liberata – sebbene troppo tardi -
anche i tuoi fratelli sono liberi -
il loro spirito si è liberato
di quel giogo intollerabile.
E la Grecia, decaduta, detronizzata, finalmente guarda
alla sua giovinezza che rinasce in te:
sei un germoglio dell’antica vite che ha accolto
tutte le nazioni alla sua ombra.