IMMAGINATO ESSER DESCRITTO DA UN VILLAGGIO AI PIEDI DEL MONTE BIANCO
Le tue acque non provengono dalle sabbie o dagli squarci
tra le rocce, rapido Arve!
La terra dentro al suo grembo non contiene
le tue scure e misteriose sorgenti.
Le tue fonti sono tra le nuvole, il tuo corso d’acqua
comincia a scorrere e a mormorare
dove le gelide vette percepiscono il raggio del mezzodì,
dove il ghiacciaio più alto accoglie le tempeste di pioggia.
Vieni generato dove nascono il tuono,
la bufera e la prima luce del mattino,
e da quei luoghi corri sempre più veloce, sempre più forte,
accanto a queste umili case:
le sorgenti più limpide purificano le tue onde;
più lucenti, più cristallini ruscelli,
sgorgano dalle tenebrose caverne della terra,
con fulgore e bagliore divino.
In questi luoghi fai nascere fiori e alberi,
caldi raggi di sole irradiano i tetti dei cottage,
le risate delle ragazze, i ronzii degli insetti -
ed io mi soffermo accanto alle tue limpide acque.
Ma non ti curi di nulla – e affretti il tuo corso;
da un pendio all’altro cadono i tuoi torrenti,
sino a che, mescolandosi con il possente Rodano,
ti fermi a riposare tra le mura di Ginevra.
Continua dunque – ma se io fossi con qualcuno
che mi ama, illuminerei il mio cuore
qui, dove con divina maestà
sfiori le membra della terra.
Accanto alle tue antiche vette, bianche, alte, immense,
sempre svettanti anche nella furia delle tempeste,
qui io vorrei abitare, e dormire,
tra i fiori sbocciati, ai tuoi piedi.