Dove il fiume e l’oceano si incontrano con grandioso cipiglio tempestoso,
oltre l’orizzonte, dove sulle dune si infrangono le onde coronate di spuma;
ecco lassù un mulino a vento, abbandonato tra gli aridi pascoli erbosi:
spiegherò le mie vele in un giorno di bufera e attraverserò l’oceano e cercherò
ciò che ho sempre cercato e non ho mai trovato, la corona più deliziosa,
che onora un giorno con tutta la sua tranquilla debolezza.
Quando i venti impazziti vengono liberati, non vuoi diventare tempesta, mare mio?
(Ti ho sempre amato così tanto, e ho sempre sbagliato
a rimanere sulla terraferma). Quando mi fido di te
con una grande speranza, mi innalzo e canto la tua poesia
per gli uomini migliori, e tu mi canterai ancora
quella canzone che ogni uomo ha udito, e a cui non presta più attenzione nessuno.
Mi metterò in mare quando il gran giorno arriverà; i tuoi baci sul mio volto
sigilleranno tutte le cose antiche, logore; e la rabbia e il rimpianto
svaniranno come sogni e i giorni svaniranno, nel tuo abbraccio,
quando la tua feroce carezza accecherà i miei occhi e le mie membra saranno tue,
tutto ciò che conosco nella mia mente non avrà più posto:
le deboli vie degli uomini ed una donna io dimenticherò.