Veloci sopra la distesa d’inverno sfrecciano frecce di fuoco -
atroce soffia la bufera – urla – e impercettibilmente si spegne -
e spesso sulle sue ali orribili diffonde
i flebili pianti del lontano vagabondo morente.
Ora, mentre il lugubre e macilento Orrore cammina furtivo,
e le streghe di mezzanotte rimangono sveglie,
il poeta pensieroso arranca nel cuore della notte,
e riflette sui sentieri dischiusi dei mali della vita.
Incurante di tutti i pericoli egli avanza,
insensibile ad ogni altra sventura;
eppure spesso il suo petto palpita di squarcianti spasmi,
e spesso grosse lacrime vibrano sulle sue consumate gote.
Ah! E’questa l’angoscia di una mente triste,
che rode il cuore, e gli ordina di non avere più speranze.