Dio chiamò a se i due angeli a Lui più vicini:
Pietà era quello più sensibile; Amore quello più dolce.
“Alzatevi”, disse, “miei angeli! Un pianto di dolore e peccato
è entrato furtivamente dalle porte del paradiso, e tutto è divenuto triste.
Le mie arpe cominciano la lugubre melodia che si eleva da un mondo perduto,
il fumo del tormento intorbidisce la luce e fa appassire gli asfodeli.
Volate dunque nel mondo terreno, Amore su quelle anime in pena
lasci cadere sorrisi simili ad albe, e Pietà lacrime simili a piogge”!
Due volti si inchinarono davanti al Trono, nascosti dai loro capelli dorati;
quattro candide ali volarono veloci verso l’oscuro abisso.
La strada era sconosciuta, il volo fu lungo; finalmente gli angeli arrivarono
dove roteava quel mondo inferiore e perduto, avvolto tra fiamme rosse e tetre.
La Pietà rabbrividì e pianse; l’Amore, la cui fede era più forte della paura,
prese coraggio dall’onnipotenza di Dio e sorrise un sorriso di vittoria.
Ecco! La lacrima della Pietà, dove cadde, spense la fiamma,
e, con l’alba di quel sorriso, la speranza penetrò nell’inferno!
Si rivelarono due visi pieni di gioia che guardarono verso il Trono,
quattro candide ali si ripiegarono ai piedi di Colui che sedeva su di esso!
E più profondo del suono dei mari, più dolce dei fiocchi di neve che scendono,
in mezzo al silenzio la Voce Eterna parlò:
“Benvenuti, miei angeli! Avete portato una sacra gioia nel paradiso;
d’ora in poi la sua canzone più dolce sarà la canzone dei peccati perdonati!